A Berlino, in migliaia alla Porta di Brandeburgo contro il piano di togliere le sovvenzioni sul diesel per i veicoli agricoli.
Circa diecimila agricoltori a cui si sono aggiunti camionisti e cacciatori, si sono riuniti lunedì 15 gennaio nel cuore di Berlino per protestare contro i piani del governo tedesco di tagliare le agevolazioni fiscali sul diesel per i veicoli agricoli. La protesta va avanti da quasi una settimana e non accenna a fermarsi: migliaia di trattori bloccano le autostrade e le principali città tedesche.
Gli agricoltori tedeschi si sentono penalizzati perché, ormai da molti anni, rispettano le normative ambientali e implementano le misure per il benessere degli animali, fattori che, nella competizione globale, li mette in una posizione di svantaggio, dal momento che altri paesi, con standard molto più bassi, i costi sono notevolmente inferiori rispetto ai loro.
Secondo l'Associazione degli agricoltori tedeschi, la fine di questi sussidi potrebbe significare la fine dell'agricoltura nel Paese.
A detta di Martin Hofstetter, esperto politico di Greenpeace Germania, si sta verificando "una trasformazione strutturale, in particolare un calo annuo delle aziende agricole del 2-3 per cento". "Attualmente - spiega - questa situazione è in gran parte influenzata dalla distribuzione errata dei sussidi dell’Unione europea. Se si dovessero tagliare tutti i sussidi da un giorno all’altro, molte aziende agricole sostengono che non ci sarebbero più prospettive. D'altro canto, però, c'è il forte impegno da parte degli agricoltori a continuare a gestire le loro aziende agricole e il desiderio di andare avanti".